90 anni di UPSA: «I lavoratori qualificati sono la spina dorsale delle aziende»

90 anni di UPSA

90 anni di UPSA: «I lavoratori qualificati sono la spina dorsale delle aziende»

12 luglio 2017 upsa-agvs.ch - Quest’anno l’UPSA festeggia il 90° anniversario della sua fondazione. Per l’occasione, i membri del Comitato centrale Urs Wernli, Pierre-Daniel Senn e Manfred Wellauer hanno rilasciato un’intervista.


Uniti per il ramo dei professionisti dell’auto: il Presidente centrale UPSA Urs Wernli e i vice-presidenti Pierre-Daniel Senn (sx) e Manfred Wellauer (dx).
 
sco. L’UPSA festeggia il 90° anniversario della sua fondazione. Che cosa simboleggia per voi questo numero?
Manfred Wellauer (MW): Se consideriamo solo i grandi anniversari, si potrebbe dire che è un quasi-centenario. (Ride) Ma non è così per l’UPSA, al contrario! Se si pensa che una generazione dura circa 30 anni, significa che ne abbiamo già tre alle spalle.
Urs Wernli (UW): I nostri 90 anni dimostrano che per decenni siamo riusciti a coinvolgere i membri UPSA in favore di una causa comune, anche in tempi difficili. Oggi come allora, lo sviluppo dell’Unione è frutto di una convinzione, ovvero che la massima priorità in ogni attività svolta sia il prosperare dei soci.
Pierre-Daniel Senn (PDS): Questo numero è prova sia di grande continuità, sia della necessità indefettibile di restare uniti nella rappresentanza dei nostri interessi. E in più evidenzia la longevità del nostro ramo.
 
Se osservate lo sviluppo compiuto dall’UPSA negli ultimi anni, che cosa vi riempie di soddisfazione? E dove c’è necessità d’intervento?
PDS: C’è sempre necessità d’intervento, nulla è perenne. Tant’è che l’UPSA è tenuta a impegnarsi instancabilmente per migliorare le condizioni quadro del nostro ramo. Per me, uno dei successi conseguiti è sicuramente il livello della nostra formazione professionale; c’è invece da intervenire nel commercio dei veicoli, soprattutto per quanto riguarda le occasioni.
MW: La formazione è certamente una delle competenze centrali dell’UPSA e un importante «punto di contatto» per i nostri membri. Credo, però, che negli ultimi anni l’Unione abbia fatto passi avanti in termini di prestigio, ad esempio in questioni politiche o come interlocutore di riferimento in fatto di mobilità. E credo che oggi abbia effettivamente un peso maggiore. Forse questo fatto è ancora poco percettibile per alcuni membri.
UW: Per me è un successo l’aver organizzato in modo serio tutti i settori dell’UPSA sul piano strategico e operativo. Questo progresso si è poi concretizzato nello spostamento dell’Unione nella Mobilcity. In un’associazione di settore c’è sempre necessità d’intervento - ad esempio in fatto di digitalizzazione. Dovremo compiere degli sforzi immani per accompagnare i nostri membri in questa nuova dimensione.
 
Qual è, secondo voi, la conquista più importante dell’UPSA?
UW: In generale, il fatto di essere riusciti, in tutti questi anni, a formare un numero sufficiente di figure professionali qualificate. Sono loro la spina dorsale delle aziende. Quanto ai tempi più recenti, una conquista è il mantenimento della Comunicazione autoveicoli, che garantisce ai garagisti un termine di disdetta contrattuale di due anni e accesso a tutti i dati tecnici.
MW: Le grandi conquiste sono la somma di tanti piccoli progressi. Anche per me, la formazione è un elemento molto importante. Le odierne possibilità di perfezionamento professionale del nostro ramo sono estremamente ampie e di tutto rispetto.
PDS: Inoltre l’UPSA mostra ogni giorno a fornitori, clienti, collaboratori e ambienti politici quanto solidale sia il ramo.
 
In quanto associazione di settore l’UPSA si occupa principalmente di rappresentanza del ramo, servizi e formazione professionale. Come si stanno sviluppando queste tre competenze centrali in termini di importanza assoluta e relativa?
UW: Secondo me, stanno andando di pari passo. Poi, a livello strategico, le priorità per il raggiungimento degli obiettivi annui possono cambiare a seconda dell’andamento dei mercati, della politica, delle ordinanze o degli standard formativi.
MW: Queste competenze sono come le tre gambe di uno sgabello. L’equilibrio è fondamentale - ogni gamba ha quindi la sua importanza, deve essere lunga quanto le altre e non venire mai meno. Altrimenti lo sgabello si ribalta ...
PDS: Per me i temi principali sono due: la formazione professionale e la rappresentanza degli interessi. Queste due competenze si completano a vicenda e mirano a raggiungere le migliori condizioni quadro per il ramo.
 
Negli ultimi anni l’UPSA è intervenuta nel dibattito politico incarnando la «voce della ragionevolezza». È difficile parlare con un’unica voce in un ramo così eterogeneo?
PDS: L’UPSA è articolata in sezioni, commissioni, assemblee e gruppi di lavoro; questo assetto le consente quindi di discutere dei temi principali e definire in conclusione posizioni unitarie. La difficoltà sta più nel garantire la qualità del discorso democratico e costruire delle fondamenta stabili su cui farlo poggiare.
UW: In linea di massima i garagisti perseguono interessi simili. Eppure è un’impresa coinvolgere nel discorso politico i membri che lottano in prima linea, cioè nei garage, e indurli a convincere i clienti. È un fatto comprensibile; in fin dei conti, i clienti hanno opinioni politiche diverse mentre i nostri garagisti tentano di accontentare tutti.
MW: A mio avviso è importante incardinare la nostra opera sugli interessi dei nostri soci o almeno della loro maggioranza. In casi dubbi preferiamo essere cauti e non esporci; quando invece vengono toccati temi di rilievo per il ramo ci facciamo sentire più che chiaramente.
 
Il mondo dell’auto muta a ritmo vertiginoso e con esso anche le sfide che il ramo si trova ad affrontare. Come fa l’Unione a tenere il passo con questa trasformazione?
UW: Il Comitato centrale studia periodicamente i principali mutamenti del ramo osservandoli dal punto di vista dei suoi membri e ricalibra la sua strategia di conseguenza. L’ampio sostegno fornito da tante commissioni specializzate, da gruppi di lavoro e dalla collaborazione delle sezioni ci aiuta a tenere il passo.
PDS: Per sapere perché si fa qualcosa è importante conoscere i propri valori. Spesso le trasformazioni si compiono solo in superficie mentre i valori fondamentali mutano raramente. È compito delle associazioni come l’UPSA distinguere l’essenziale dal relativo e osservare sempre le cose nell’ottica giusta.
MW: Avere un sistema come il nostro, articolato in diversi organi militanti, è sicuramente un grande vantaggio. La maggior parte delle persone partecipa attivamente ai cambiamenti che si compiono nel ramo o perlomeno si confrontano direttamente con essi. Questi input vengono poi portati all’attenzione dell’Unione.
 
Quali scommesse attendono l’Unione e i suoi membri nei prossimi dieci anni?
UW: Se fossi un profeta non starei certo qui a fare il Presidente centrale dell’UPSA (ride). Nessuno può dirlo. La digitalizzazione sembra avere un certo effetto disruptivo sul ramo dei professionisti dell'auto. L’elettromobilità, la sharing economy e il vertiginoso progresso tecnico dei veicoli costringeranno i nostri membri a cambiare molto. Nella sua funzione di orientamento, l’Unione deve riconoscere per tempo questi mutamenti e fornire una linea d’indirizzo ai suoi membri, affinché essi possano, a loro volta, studiare le possibilità di azione.
MW: Tra le scommesse figurano i temi giuridici, che non sempre rendono la vita facile ai nostri membri che vogliono fare libera impresa. Un’altra grande sfida è rappresentata da argomenti come l'elettromobilità e i veicoli a guida autonoma. Persino i concept di propulsione alternativa procurano non poche difficoltà. A mio avviso, il biogas potrebbe essere un’alternativa molto sensata ai carburanti convenzionali: è infatti rinnovabile al 100%, può essere prodotto in Svizzera, c’è già una rete di stazioni di rifornimento, per un pieno bastano massimo tre o quattro minuti e l’autonomia delle auto è grande. Ma anche questa tecnologia ci pone dinanzi a difficoltà. La maggior parte dei nostri membri, infatti, non ha ancora dimestichezza con il GNC.
PDS: Il ruolo del garagista in sé e per sé non cambierà profondamente. Anche in futuro avrà il compito di prolungare la vita utile dei veicoli che gli vengono affidati, che lo faccia eseguendo riparazioni o manutenzione oppure acquistando o rivendendo le occasioni. Come rivestirà questo ruolo è invece una questione che dipende fortemente dalla tecnologia. Tocca a noi acquisire e comunicare queste informazioni.
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