Un compromesso più vantaggioso

Un compromesso più vantaggioso

Il Consiglio federale ha deciso che a partire dal 2017 il controllo dei veicoli a motore (CVM) dovrà essere effettuato dopo cinque o, al più tardi, sei anni - per l'Unione professionale svizzera dell'automobile (UPSA) più che un utile compromesso è un vero e proprio trionfo. E pensare che, all'inizio, i segni non le erano davvero propizi. Ecco a voi una cronistoria della disputa.

Giugno 2012 Erich von Siebenthal, consigliere nazionale UDC di Berna, presenta un postulato che richiede di prolungare gli intervalli di controllo dei veicoli leggeri dagli attuali 4-3-2-2 a 7-2-2-2 anni. Von Siebenthal è un agricoltore: cosa si celi dietro alla sua vocazione di portabandiera del prolungamento degli intervalli lo sa probabilmente solo l'Associazione dei servizi della circolazione (asa), i cui membri hanno accumulato un ritardo ormai incolmabile nei controlli. Il Consiglio federale incarica un gruppo di lavoro composto da funzionari dell'Ufficio federale delle strade (USTRA) e dell'asa. L'UPSA non ha alcuna rappresentanza al suo interno, il gruppo è chiuso e – per così dire – all'esterno un cartello recita «Non disturbare». Segue un lungo periodo di silenzio.


Autunno 2013 Il prolungamento assume tratti concreti. Si prevede che il relativo disegno sarà inviato in consultazione nei prossimi mesi. L'UPSA si è preparata e attiverà la resistenza. La sfida non consiste tanto nel trovare argomentazioni contro il prolungamento, visto che queste sono numerose e convincenti, quanto piuttosto nel limitarle ai messaggi più importanti. L'argomento principale è la contraddizione fra l'impegno del Consiglio federale volto ad aumentare la sicurezza sulle strade svizzere mediante il programma «Via sicura» e il prolungamento degli intervalli di controllo, che finirebbe per vanificare tali sforzi.

14 gennaio 2014 Il presidente centrale Urs Wernli informa i presidenti delle sezioni in un incontro tenutosi nel quadro della Giornata dei garagisti svizzeri. Le posizioni sono chiare: da un lato i garagisti UPSA, garanti della sicurezza degli automobilisti, dall'altro l'USTRA che intende agevolare i servizi della circolazione mediante un prolungamento degli intervalli di controllo, e che a tal fine è disposto a mettere tutto in gioco. Sembra il film «Mezzogiorno di fuoco»: il sole è allo zenit, l'atmosfera è rovente e in lontananza cigola una pala a vento.

21 gennaio 2014 L'UPSA tenta ancora una volta di risolvere la questione bonariamente rivolgendosi alla ministra dei trasporti Doris Leuthard con una lettera firmata da Urs Wernli e dal vicepresidente Daniel Senn. All'interno della missiva si rimanda a studi e perizie secondo le quali un prolungamento peggiorerebbe in maniera dimostrabile la sicurezza sulle strade svizzere provocando un aumento del rischio di incidenti.

6 marzo 2014 L'UPSA informa i propri soci personalmente presso il proprio stand al salone dell'auto. Urs Wernli dichiara con chiarezza ad AUTOINSIDE: «Visto che l'USTRA è insensibile alle nostre fondate argomentazioni contro il prolungamento, non ci resta nient'altro da fare che andare a un confronto».

13 marzo 2014 Doris Leuthard risponde per iscritto. La risposta avrebbe anche potuto essere inviata direttamente dall'USTRA: «Sulla base dei risultati cui è giunto il gruppo di lavoro (incaricato dal Consiglio federale), il primo intervallo di controllo per i veicoli leggeri può essere prolungato a sei anni senza pregiudizio alcuno per la sicurezza stradale né per la tutela dell'ambiente». Ad ogni modo, si ammette che «fino al quinto anno dopo la prima immatricolazione, i servizi della circolazione hanno riscontrato gravi difetti in meno del 10% dei veicoli leggeri controllati». In altre parole: quasi un'auto su dieci è un pericolo ambulante. Ma a quanto pare per la ministra dei trasporti questo non è un problema.


4 aprile 2014 L'USTRA invia il disegno in consultazione. Fra i soggetti coinvolti vi sono anche la Lega svizzera contro il cancro, Pro Velo e la Federazione svizzera dei samaritani. Mancano soltanto l'associazione dei bagnini svizzeri e la lega dei giocatori di hornuss. Il rapporto allegato è volutamente schietto: il lettore viene a sapere che a seconda del Cantone i ritardi nei controlli vanno dal 2,6 al 36,6% del parco veicoli da verificare e che attualmente in Svizzera circolano 1,3 milioni di automobili – un quarto dei veicoli totali – che non sono state esaminate. Anche l'USTRA riconosce: «È necessario fare qualcosa». Il fatto che secondo l'USTRA questo qualcosa consista nell'allentare gli intervalli di controllo e non nel recuperare i controlli arretrati sembra non disturbare nessuno tranne l'UPSA. Nel comunicato stampa relativo alla consultazione, l'USTRA stesso scrive: «gli organismi di omologazione devono rispettare gli intervalli di controllo e qualora non dispongano direttamente delle necessarie capacità devono delegare i controlli a terzi». L'USTRA non è in grado di garantire la prima parte in quanto autorità di vigilanza, mentre per quanto riguarda la seconda parte manca a quanto pare la volontà.

20 maggio 2014 L'UPSA organizza una conferenza stampa che si svolge presso la Mobilcity, in una sala piena fino a scoppiare. Affiancato da Markus Peter (responsabile Tecnica automobilistica & Ambiente presso l'UPSA) e da esperti indipendenti come Bernhard Gerster (direttore del dipartimento di Tecnica automobilistica della scuola universitaria professionale di Berna), Uwe Ewert (upi) e l'avvocato Dr. Pascal Leumann, Urs Wernli espone gli argomenti contro un prolungamento degli intervalli di controllo. La ripercussione mediatica nei giorni successivi si traduce in oltre 60 articoli. Il problema viene così percepito da una più ampia fascia della popolazione.


2 giugno 2014 In Germania la società tedesca per il monitoraggio tecnico (GTÜ) pubblica la propria relazione annuale sulle carenze riscontrate: quasi un quarto di tutti i veicoli leggeri immatricolati in Germania presenta gravi difetti al momento della revisione. Questo dato coincide con le poche informazioni che trapelano in Svizzera dai servizi cantonali della circolazione, che non brillano certo per trasparenza.




12 giugno 2014 Thomas de Courten, consigliere nazionale UDC di Basilea, sfrutta l'ora delle domande in Consiglio nazionale per indagare in che modo il Consiglio federale giustifichi il prolungamento degli intervalli a spese della sicurezza in considerazione degli arretrati nei controlli. A oggi non è ancora pervenuta una risposta scritta.

28 giugno 2014 TCS e ACS si schierano a favore dell'USTRA.

4 luglio 2014 Si giunge al termine ultimo di partecipazione alla procedura di consultazione. E qui se ne vedono delle belle: secondo le ricerche svolte dal quotidiano Blick, esiste a quanto pare una versione rivista del disegno, realizzata mentre la consultazione era già in corso «dalla direzione dell'associazione dei servizi della circolazione asa in collaborazione con l'Ufficio federale delle strade USTRA». Questo almeno è quanto si legge nella lettera di accompagnamento allegata alla richiesta di una presa di posizione inviata alla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP). E non si tratta certo di gente nota per lavorare di fantasia. In questa nuova versione, la formulazione «al più tardi» sarebbe stata sistematicamente eliminata su richiesta dell'asa. In altri termini: non solo i servizi cantonali della circolazione premono per un prolungamento da quattro a sei anni dei primi controlli, ma vogliono anche evitare che le auto debbano essere verificate «al più tardi» dopo tale intervallo. Per l'UPSA si tratta praticamente di una dichiarazione di bancarotta. Il quotidiano Blick titola: «Pericolo sulle strade», l'UPSA interviene per iscritto contro la versione rivista citata dalla CDDGP. E l'USTRA è messo ulteriormente sotto pressione.

10 luglio 2014: Il giornale «Neue Luzerner Zeitung» pubblica un articolo secondo cui il Cantone accoglierebbe con favore l'idea di prolungare la scadenza per la verifica dei veicoli a motore. La notizia non sorprende affatto - nell'articolo viene infatti citato Peter Kiser, responsabile dell'Ufficio della circolazione stradale di Lucerna, che è così indietro con i controlli che prevede di venire a capo degli arretrati per il 2020...

14 luglio 2014 L'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) intende presentare una proposta mirata ad agevolare i servizi della circolazione e coinvolgere maggiormente l'UPSA e i suoi soci nei meccanismi di controllo. La proposta viene presentata l'8 agosto sul giornale dell'USAM. L'articolo si chiede anche se i servizi della circolazione dispongano effettivamente delle risorse tecniche e umane per controllare i sempre più complessi sistemi di assistenza alla guida installati sui veicoli.

Metà agosto: Doris Leuthard, consigliera federale e ministro dei trasporti, sollecita un colloquio. È palese che i continui tentativi di controllo da parte dei garagisti le danno sui nervi. L'UPSA si riunisce e stabilisce la tattica. Una cosa però è chiara a tutti i coinvolti: l'idea iniziale di far effettuare il controllo ogni quattro anni, ovvero la regola attualmente in vigore, ha i giorni contati. Alla fine è Manfred Wellauer, vice presidente UPSA, a formulare l'obiettivo interno con le seguenti parole: «Prolungamento a cinque anni, limite massimo a sei. Se dopo sei anni restano ancora arretrati, occorre delegare i controlli a specialistici certificati». Nessuno si immagina ancora quanto Wellauer abbia fatto centro con questa proposta. Su un punto sono tutti concordi: se il Consiglio federale adottasse davvero questa decisione sarebbe un trionfo.


Il 1 settembre la delegazione UPSA s'incontra con i funzionari USTRA e il ministro dei trasporti Doris Leuthard su invito di quest'ultima. L'atmosfera è più distesa del previsto. L'UPSA resta fedele alla sua linea: dalle statistiche relative a difetti e incidenti emerge un dato che non collima con le motivazioni addotte dall'USTRA in favore di un prolungamento degli intervalli dei controlli. Non c'è consenso tra le parti. Terminata la riunione ognuno va per la sua strada - per l'UPSA, però, il capitolo non è ancora chiuso; difatti non molla la presa e sfrutta ogni opportunità per esporre ai media le sue argomentazioni. È la goccia che scava la pietra.

Inverno 2014: in via ufficiosa trapela la notizia secondo cui il Consiglio federale intenderebbe porre fine al tira e molla subito dopo l'inizio del nuovo anno. L'UPSA vede così svanire il suo bel regalo di Natale. La tensione continua a salire.

Gennaio 2015: a gennaio sono previste solo tre sedute del Consiglio federale, ovvero il 14, il 21 e il 28. Alla vigilia della prima adunanza la Cancelleria federale non è ancora in grado di fornire informazioni sui punti all'ordine del giorno (oppure non vuole). Lo staff addetto alla comunicazione UPSA prende posizione. La seduta del 14 si chiude però senza che il Consiglio federale abbia discusso del CVM.

21 gennaio: il dato è tratto! Il Consiglio federale annuncia: «In futuro, le autovetture e i motoveicoli dovranno essere sottoposti ai controlli periodici presso gli uffici della circolazione stradale non prima di cinque anni, e al più tardi entro sei, dalla prima messa in circolazione.» E continua: «Sarà compito dei Cantoni adottare le misure necessarie per garantire il rispetto delle scadenze, ad esempio mettendo a disposizione le capacità necessarie o esternalizzando i controlli a centri privati». Affinché i Cantoni abbiano abbastanza tempo per organizzarsi, le modiche entreranno in vigore il 1° febbraio 2017. All'UPSA Manfred Wellauer non è l'unico a sorridere a 32 denti...


«Ora Il sezioni giocano un ruolo importante»

Con la decisione del Consiglio federale si chiude una lunga e aspra disputa con l'Ufficio federale delle strade. Come valuta questo risultato?
Urs Wernli: lo si può ritenere soddisfacente se si considera che le proposte iniziali erano di prolungare a sette anni la prima scadenza dei controlli senza termine perentorio di esecuzione. Così le richieste e le motivazioni dell'UPSA sono state tenute in considerazione almeno in parte. Ciò nonostante va tenuto presente che così la Svizzera diventa il Paese con gli intervalli più lunghi di tutta Europa. Se questo deficit possa essere davvero compensato dall'autoresponsabilità dei possessori di veicoli svizzeri, tanto lodata dall'Ufficio federale delle strade, è una questione che reputo critica se si considerano le condizioni in cui versano i mezzi controllati dalle officine dei nostri membri. Quanto al progresso tecnico, addotto dalle autorità come motivo dell'adeguamento degli intervalli di controllo, ho i miei dubbi che esso possa giustificare il prolungamento delle scadenze; i veicoli svizzeri sono infatti tanto soggetti a usura e a danni non prevedibili, come quelli provocati dalle martore, quanto i veicoli all'estero a prescindere dal progresso tecnico e quindi richiedono controlli a intervalli regolari. Chi fa verificare all'assistenza il proprio veicolo in base alle istruzioni del fabbricante contribuisce già in modo considerevole alla sicurezza stradale.


E cosa fare nel caso dei possessori di veicoli che, per un motivo o per l'altro, non sottopongono a verifica regolare i loro mezzi?
Urs Wernli: In questo caso la Confederazione ha mancato di prescrivere un controllo obbligatorio di questi veicoli al più tardi allo scadere della garanzia e del contratto di leasing. In questo modo si sarebbe tenuto conto anche degli obiettivi ambiziosi di Via Sicura. La nuova formulazione della prima scadenza d'esame va sicuramente considerata un progresso rispetto alla situazione attuale. Essa stabilisce chiaramente che dal 1° febbraio 2017 il primo esame deve essere svolto non oltre i sei anni successivi alla prima immatricolazione.

Che cosa può fare ora l'UPSA per sfruttare il tempo fino al 1° febbraio 2017, data dell'entrata in vigore del nuovo sistema?
Urs Wernli: Sarà importante intensificare i contatti e la cooperazione con gli uffici cantonali della circolazione stradale e studiare insieme ad essi soluzioni ragionevoli ed efficaci per un'esecuzione nel rispetto dei termini. In questo contesto le sezioni UPSA rivestono un ruolo centrale poiché molte di esse sono già in buoni rapporti con gli uffici della circolazione stradale, con cui intrattengono in parte una strettissima collaborazione. Esempi come questi di cooperazione tra settore dell'auto e autorità vanno ora consolidati e, all'occorrenza, ampliati. I cantoni che hanno grandi arretrati nei controlli sui veicoli e bisogno di personale e infrastrutture per l'esame dovrebbero approfittare del grande bagaglio di esperienze di altri cantoni e delle sezioni UPSA in fatto di esternalizzazione dei controlli. L'associazione centrale UPSA offre ovviamente il suo sostegno in questo senso.

Qual è l'obiettivo dichiarato dell'UPSA?
Urs Wernli: l'UPSA s'impegna a favore di operazioni efficienti nei controlli dei veicoli. Ciò non solo sgrava da un peso i centri di prova cantonali ma si concretizza anche in un risparmio di tempo e denaro per i possessori di veicoli. Vorremmo raggiungere questo traguardo coinvolgendo ancora di più nei controlli le aziende che aderiscono all'UPSA. L'obiettivo principale deve però restare la centralità del rapporto con il cliente. Da questo punto di vista occorre, ad esempio, distinguere nettamente all'interno delle aziende tra attività sovrane e altre attività nonché provvedere alla relativa garanzia della qualità.

Ha già registrato reazioni a livello interno? Di che segno sono state?
Urs Wernli: Sinora solo pochi membri hanno reagito direttamente alla decisione del Consiglio federale. Tuttavia ho constatato quanto sia stato notato e apprezzato l'impegno a favore dei garagisti e della sicurezza stradale profuso dall'UPSA prima dell'adozione della decisione.

Comunicato stampa [PDF] de l'UPSA
Comunicato stampa d’Servizio stampa dell’Ufficio federale delle strade

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